Una “situazione drammatica”. Così le organizzazioni sindacali Cgil Slc e Aser (in rappresentanza di tecnici e giornalisti) spiegano lo stato di quanto sta accadendo a Telestense, la storica emittente televisiva ferrarese. Già da anni i sindacati hanno aperto un confronto con la proprietà per i ritardi dei pagamenti delle retribuzioni dei dipendenti, confronto che non ha ancora portato a soluzioni concrete, mentre la situazione è diventata sempre più ingarbugliata, fino ad arrivare allo scorso fine settimana, quando il Tg non è andato in onda, per l’assenza dei tecnici. Dei quattro che fino alla scorsa settimana garantivano la messa in onda, tre si sono licenziati l’1 ottobre per giusta causa, denunciando cinque mensilità arretrate. È rimasto un solo tecnico operativo, insufficiente per tenere in piedi la produzione televisiva. I giornalisti che ancora compongono la redazione vivono una situazione persino più difficile: sette mesi di stipendi arretrati, e nessuna prospettiva credibile di pagamento all’orizzonte.

Una situazione complessa, quella della tv ferrarese, sulla quale – in replica alla diffusione delle notizie sull’aggravarsi della crisi – è intervenuta Dalia Bighinati. L’ex coordinatrice di redazione e direttrice del Tg, per anni anche componente del Consiglio di amministrazione dell’azienda guidata dal fratello ha spiegato a Estense.com il punto di vista dell’azienda, ritenendo che la crisi sia dovuta a diversi fattori, a partire dall’avvento del digitale terrestre, per proseguire con gli anni del Covid e il taglio dei contributi alle tv locali.

Sindacati perplessi

Una ricostruzione, però, che ha suscitato più di una perplessità nelle organizzazioni sindacali che seguono dall’inizio tutta la vicenda (già nel 2018 era stato aperto un tavolo di confronto in Regione), perplessità, in particolare, “soprattutto per ciò che riguarda le motivazioni che hanno portato all’attuale crisi”.
Pare del tutto evidente che in questi tredici anni, individuati dalla direttrice, non vi sia stato un minimo di lungimiranza rispetto alla costruzioni di piani industriali capaci di fare fronte alle sfide tecnologiche che stavano avanzando nel settore, e non convince il fatto di individuare nel posizionamento all’interno delle graduatorie l’unico motivo che ha generato una situazione disastrosa.
Sarebbe anche “interessante capire – rilevano Cgil Slc e Aser – fino a che punto la famiglia Bighinati, negli ultimi anni, si è spinta realmente nella ricerca di nuovi investitori o se questa affermazione non sia solo un tassello della narrazione fatta con l’unico obiettivo di mantenere una falsa tranquillità tra i dipendenti, che giustamente rivendicavano le loro spettanze”. Se le radici della crisi affondano nel 2012 (con l’avvento del digitale terrestre) “perché si è cercato solo negli ultimi anni di tappare una falla che si stava allargando sempre più? Pare inoltre ingeneroso disquisire sulle competenze tecniche dei dipendenti. Giustamente si dice che servono capitali per investire e formazione per acquisire nuove competenze digitali. Ma chi avrebbe dovuto agire affinché si potessero verificare queste due condizioni?”.
In questi ultimi due anni – rilevano le organizzazioni sindacali di tecnici e giornalisti – “gli unici veri finanziatori di questa azienda sono stati i dipendenti che hanno lavorato in situazioni precarie investendo i loro risparmi per far fronte alle mancate retribuzioni da parte dell’azienda. Il rischio d’impresa non può ricadere sui dipendenti: una presa di coscienza e assunzione di responsabilità per ciò che sta accadendo andrebbe fatta da parte di chi in questi anni ha sempre finto
di non vedere ciò che stava accadendo. Quindi da parte di tutti i componenti che hanno transitato nel Cda dell’azienda. Nessuno escluso. Evidenziato questo, Cgil-Slc e Aser confermano la propria presenza a fianco dei colleghi che da mesi non ricevono gli stipendi e ribadiscono la piena disponibilità ad affiancarli in ogni sede”.

Si attiva il Comune

Anche il sindaco Alan Fabbri si è mobilitato e si è reso disponibile per la mattina del 15 ottobre a incontrare sindacati e dipendenti. Il primo cittadino già nei giorni scorsi ha voluto esprimere la propria vicinanza ai lavoratori «che, con grande senso di responsabilità e spinti dal dovere giornalistico, finora hanno portato avanti l’attività dell’emittente, garantendo informazione e servizio alla comunità, nonostante per loro lo stipendio sia da mesi un miraggio». E l’amministrazione comunale ferrarese “rimane disponibile a collaborare per individuare possibili soluzioni a tutela dei lavoratori e per salvaguardare un patrimonio informativo e culturale importante per tutta la comunità”.

Sulla situazione di Telestense è stata anche presentata una mozione di solidarietà dei consiglieri comunali del gruppo Pd, che sarà discussa dall’assemblea civica ferrarese nelle prossime sedute . Con la mozione il gruppo Pd chiede al consiglio comunale di “esprimere solidarietà ai lavoratori di Telestense” e impegnare l’amministrazione “a tutelare i dipendenti coinvolti nella crisi e promuovere, d’intesa con tutte le Istituzioni territoriali, azioni che favoriscano un assetto societario solido, qualificato e capace di garantire il pieno rilancio della storica emittente televisiva ferrarese”.