Ferrara si prepara ad accogliere il primo convegno dedicato ad una sua concittadina a lungo dimenticata: Rina Melli, giornalista e sindacalista di oltre un secolo fa. L’8 novembre, nell’ambito delle celebrazioni per i 130 anni dell’Associazione Stampa Ferrara, il sindacato regionale dei giornalisti con Aser, Fnsi e Ordine dei Giornalisti, ha organizzato “Rina Melli: una giornalista ferrarese al fianco delle donne”, una mattina di confronto e approfondimento, gratuito e aperto al pubblico, dalle ore 10 alle 12, presso il teatro Ferrara Off in viale Alfonso I d’Este 13.

A restituire giusta importanza e memoria a questa illustre ferrarese, saranno Anna Quarzi,  presidentessa dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, Susanna Garuti, giornalista e autrice del libro “Come le donne diventeranno libere: socialismo ed emancipazione nel giornale della socialista Rina Melli: Eva (1901 – 1903)“, Eugenio Ciccone, giornalista ed direttore delle pubblicazioni Filo e The Ferrareser che in più occasioni si sono occupate di Rina Melli e danno spazio alle nuove voci di donne ferraresi, Giacomo Locci, giornalista e autore di Cumbre Altre Frequenze che sta realizzando un podcast su di lei. Durante la mattinata di studi, valevole per i crediti formativi dei giornalisti, ci sarà un reading corale per voci di donne a cura di Ferrara Off con le allieve dei laboratori teatrali condotti dall’attrice e regista Chiara Tessiore.

Nata il 3 novembre 1882 da una famiglia della borghesia ebraica ferrarese, Rina Melli abbandona ben presto il tetto famigliare per andare a vivere nel più povero e popolare borgo di San Luca, assieme al suo compagno Paolo Maranini, dirigente del circolo socialista locale “Figli del lavoro”. Giovanissima, la Melli fonda il primo periodico socialista rivolto alle donne, “Eva”, pubblicato tra il 1901 e il 1903, quando il ferrarese era una terra di braccianti e operaie senza diritti. Precorritrice dei movimenti femministi, rispettata attivista in un mondo di uomini, politica visionaria e coraggiosa, Melli è stata capace di diventare una voce autorevole del partito socialista in un momento di lotta e trasformazione in tutto il paese. Tra fine ‘800 e ‘900 la condizione del lavoro femminile è particolarmente penosa e non gode di tutele giuridiche. Per questo Rina mette tutta sé stessa nell’attività sindacale rivolta alle lavoratrici, costituendo leghe e organizzando circoli. All’inizio del secolo scorso, il movimento contadino ferrarese intraprende una crescita straordinaria che non ha uguali in nessun’altra provincia italiana. Al primo congresso della federazione socialista provinciale, le leghe femminili sono ben 38: a guidare questo imponente movimento Rina Melli, con il sostegno del marito.

Strumento di questa rivoluzione è il periodico “Eva”. «Un giornale che parla alle donne del popolo – come scrive Susanna Garuti nel suo libro – un periodico per l’emancipazione ed il riscatto sociale delle donne. Tema portante è il lavoro nelle sue diverse articolazioni, al centro vi sono le lavoratrici assoggettate a sfruttamento e disparità, l’impianto editoriale è improntato all’educazione per renderle consapevoli della propria condizione, della necessità di organizzarsi collettivamente e di abbracciare la fede socialista».